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Granocchia la Ranocchia

RELAZIONE del PRESIDENTE  23/02/2018

Buona sera a tutti

Eccoci arrivati alla conclusione naturale del mandato del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti eletti nella precedente Assemblea dei Soci del 13 marzo 2015 e del mio secondo mandato di Presidente.

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ATTIVITA’ SVOLTE NEL TRIENNIO 2015 - 2017

Il 7 Novembre 2017 la Pro Loco di Quadrelli ha compiuto quindici anni: era infatti il 7 Novembre 2002 quando, davanti al Notaio, è stata costituita l’Associazione Turistica Pro Loco di Quadrelli. Da allora tante attività, tante iniziative, tanto impegno è stato messo in campo per raggiungere gli obiettivi per cui, fra l’altro, è stata costituita: tutelare e valorizzare le bellezze storico monumentali ed ambientali finalizzate ad organizzare e sviluppare turisticamente il paese di Quadrelli

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Luoghi da Vedere

Il paese di Quadrelli conserva ancora oggi l’impianto urbanistico originario e molte tracce del suo passato di baluardo difensivo del territorio tuderte come le mura di cinta, le torri, la porta urbica e una caratteristica casa-torre posta al centro borgo. Nella prima metà del XX secolo il suo fronte ovest fu oggetto di un imponente intervento di consolidamento con la realizzazione di contrafforti in pietra bianca, comunemente  chiamati “i pilastri”, costituiti da una serie di archi a tutto sesto la cui alternanza di vuoti e pieni crea un gradevole gioco di volumi. Sul fianco sottostante, per consolidare il terreno e al fine di adempiere alle indicazioni del regime fascista  per cui ogni comune doveva realizzare un bosco littorio, venne impiantato un boschetto di acacie e olmi. Da non perdere il panorama che si gode da questo versante; lo sguardo abbraccia un verdeggiante paesaggio che dalla valle del Fosso Bianco, con la città di Narni all’orizzonte, sale fino ai Monti Amerini.   


Il Borgo Fortificato

Pur non conoscendo l’anno della sua edificazione è sicuramente dello stesso periodo in cui sono state costruite le chiese di San Damiano di Carsulae, di S. Maria in Pantano, di S. Maria in Camucia a Todi e dell’abbazia dei Santi Fidenzio e Terenzio. Già all’esterno i ricorsi non regolari della pietra non perfettamente squadrata, le inclusioni di materiale di spoglio (riconoscibile il rocchio di una colonna, alcuni elementi sepolcrali, la colonnina che divide la bifora della facciata) la strana forma leggermente trapezista della pianta, ci fanno riconoscere il protoromantico. Nell’abside vi sono tre finestrelle strombate dall’interno che ancor più ci conferma la datazione della struttura primitiva tra il IX e l’XI secolo. Molto del materiale utilizzato proviene dalla vicina città romana di Carsualae; data la presenza in loco di numerosi elementi lapidei di carattere funerario (urne e cippi), possiamo supporre che a Quadrelli esistesse un piccolo insediamento romano le cui pietre furono utilizzate per l’erezione della attuale chiesa parrocchiale. Nel medioevo la chiesa dipendeva dal priorato benedettino di S. Croce in Quadrelli.

Il portale in pietra è sormontato da un arco a tutto sesto che forse ospitava una immagine sacra ad affresco; sopra il portale la bifora è sorretta da un cippo romano recante l’iscrizione “FLAMINIVS SEX”; sono inoltre facilmente individuabili le tracce dell’antico campanile a vela demolito all’inizio del XX secolo. A sinistra del portale di ingresso si trova un frammento di epoca romana di sarcofago (o di urna cineraria) recante un elmo, mentre a destra della porta della sagrestia, si trova un altro frammento romano raffigurante le porte degli inferi affiancate da due asce bipenne (delle quali solo una è visibile). L’attuale campanile venne costruito in corrispondenza dell’abside nel 1905.

La pianta è ad un’unica navata con abside semicircolare e copertura a volta. L’aspetto attuale  della chiesa è il risultato di un accurato intervento di restauro iniziato nel 1995. L’interno ha seguito varie fasi evolutive: come tutte le chiese ad essa contemporanee, anche la chiesa di Quadrelli fu, dal XIII al XVI secolo decorata con affreschi: lo testimoniano le tracce presenti in più punti. Nel 1574 la chiesa fu ispezionata dal visitatore apostolico Pietro Camaiani, il quale ci informa che l’edificio non versava in buone condizioni e che gli affreschi dovevano essere ridipinti o coperti con intonaco, perché molto rovinati. Dopo il rovinoso terremoto, all’inizio del XVIII secolo, furono rinforzate le pareti interne dell’edificio con paraste e archi a tutto sesto nei quali trovarono posto gli altari laterali (poi rimossi). Il Pavimento  è composto di marmi policromi provenienti dalla basilica di S. Pietro in Vaticano e qui ricomposti nel 1934; essi furono donati dal Mons. Nicola Canali (nativo di Quadrelli, poi Cardinale) in memoria del venerabile Card. Raffaele Merry del Val (segretario di stato di Papa San Pio X). Al suo interno si conserva una “Pietà” in terracotta di scuola umbro-germanica risalente al XV secolo che per più di quattro secoli è restata murata all’interno della monofora centrale dell’abside insieme ad un calco in gesso datato 1529 raffigurante “S.Sebastiano”. Al momento del ritrovamento entrambi si presentavano con una struttura tendente allo sfaldamento e privi di alcune parti. Dopo un lungo ed attento restauro la “Pietà” è ritornata ad esprimere tutta la sua bellezza e la drammaticità della scena che rappresenta. Sono tornati alla luce parte dei colori originali: azzurro e verde il manto della Madonna, di colorito roseo le parti scoperte dei corpi. Sulle ferite del Cristo le macchie di sangue, mentre sul volto della Madonna i segni di lacrimazione. Una particolarità: le spine della corona del Cristo sono di legno.



Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta (sec. XI-XII) Chiesa del Santo Rosario (sec. XVII)

La Compagnia del Santissimo Rosario a Quadrelli aveva sede in prossimità della chiesa parrocchiale dedicata all'Assunta in un'aula di dimensioni inferiori all'attuale, ricavata dall'accorpamento di più unità abitative cielo-terra, probabilmente lasciato da qualche confratello. Sui battenti della porta d'ingresso, assieme due cherubini scolpiti è incisa la data di fondazione: A.D. 1616.

All'interno la parete di fondo è quasi completamente occupata da un maestoso altare ligneo dorato dove è collocato il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario tra angeli e i santi Domenico e Caterina, datato 1621, opera di un anonimo pittore che ripete stancamente lo schema dell'iconografia usuale preferendo mettere in campo i personaggi principali e omettendo le scene dei quindici misteri. Ai lati di esso sono dipinti sul muro gli stemmi di papa Pio XII e del cardinale Nicola Canali, ripetuti sulle pianelle del soffitto e nella lunetta in maiolica posta sulla porta d'ingresso, segni inconfutabili della mai dimenticata generosità del presule verso la comunità. A partire dal 1940 l'edificio fu infatti restaurato e forse ampliato, decorato nel soffitto e nel fascione che corre al di sotto. Lo stemma sull'altra parete corta è del vescovo Alfonso Maria De Santis, 1942. Tra le due finestre è collocato l'altare, ora privo di mensa, dedicato a San Carlo Borromeo, vero interprete della riforma tridentina il cui volto ebbe larga diffusione in questo territorio anche a seguito del suo passaggio a Sangemini. La mostra in legno, realizzata da una bottega locale, presenta figure scolpite con finiture in lamina d'argento meccato e la decorazione a finto marmo azzurrino é di buona qualità. La pala della Madonna col Bambino e San Carlo Borromeo fu commissionato dalla stessa Società del santissimo Rosario a Bartolomeo Barbiani di Montepulciano nel 1619, pittore documentato tra il secondo e il quinto decennio del XVII secolo con opere presenti prevalentemente in un territorio compreso tra Todi, Amelia, Narni e Terni, lo stesso dove risulta attivo il suo maestro Antonio Circignani e Andrea Polinori, suo amico e compagno d'imprese.

Il dipinto si colloca nella assoluta osservanza di schemi di cultura tardomanierista e "riformata" toscana con un timido accenno di naturalismo nell'insolito gesto affettuoso della Vergine che posa la mano sul capo del Santo e, di rimando, il piede del Bambino baciato come una reliquia.


Torre della Portella (XI sec.)

Interamente restaurata, è la principale delle sei torri che ancora oggi sono visibili lungo il perimetro fortificato dell’antico borgo.

A pianta pentagonale, alta circa 20 metri è posta in corrispondenza della porta urbica recante lo stemma della città di Todi. Fu costruita con materiale di spoglio dell’antica città di Carsulae e sulle sue cinque pareti, arricchite da cornici orizzontali, si aprono piccole feritoie per scopi difensivi. Termina con tetto ad una falda sovrastato da un piccolo campanile a vela.


Il Crocefisso

L’opera d’arte, montata su basamento in laterizio, è realizzata in ferro e maioliche artistiche di Deruta raffigurante la Crocifissione di Cristo. Fu realizzata, per volontà del Cardinale Nicola Canali, dalla ditta G. Grazia & C. di Deruta e venne inaugurato il 16 aprile 1939 alla presenza dello stesso Cardinale Canali.  

Nel 1969 considerato il pessimo stato delle maioliche, su iniziativa del Commendator Filippo Blasi, nipote del Cardinale Canali, la croce e le maioliche decorate furono completamente rifatte. La realizzazione delle maioliche artistiche fu affidata alla ditta Maioliche Montanari di Deruta che si avvalse dell’opera del maestro Romano Ranieri che si ispirò liberamente alla pittura assisana del ‘300. Dello stesso periodo è la realizzazione della piazzola pavimentata e del muretto perimetrale.


La Madonnuccia

La cappellina dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, comunemente detta “La Madonnuccia”, è situata all’ingresso sud del paese dove dalla Strada Provinciale delle Settevalli ci si immette su Via della Portella. Non ci è dato sapere l’anno in cui fu edificata ma di certo si sa che l’attuale immagine della Madonna del Buon Consiglio fu donata e portata a Quadrelli nel 1922 dal Cardinale Merry Del Val e la cappellina fu restaurata ed abbellita nel 1935 a cura del Cardinale Nicola Canali